Biografia - BLAIR DUNLOP
Nonostante Blair abbia poco più di vent'anni, ha già compiuto passi importanti, sia in campo musicale che nel cinema. Nato l’11 febbraio del 1992, ha frequentato la Repton School nel Derbyshire, lo stesso istituto in cui ha studiato Roald Dahl, l’autore della Fabbrica del Cioccolato. Il 2011 è per lui un anno sabbatico, prima dell’università, in cui concentrarsi sulle proprie aspirazioni musicali. Dunlop è figlio del musicista folk Ashley Hutchings (fondatore di Fairport Convention, Steeleye Span, Albion Band e ora leader dei Rainbow Chasers) e il suo primo disco - intitolato semplicemente 'An EP' - è uscito per la Talking Elephant Records.
Ha debuttato sul grande schermo, con un accento americano, nel film di Tim Burton La Fabbrica del Cioccolato, nelle vesti del giovane Willy Wonka (che diventando grande assumerà le sembianze di Johnny Depp), un ragazzo costretto alla rigida educazione del padre dentista, il dottor Wilbur Wonka (Christopher Lee). È più vecchio di tre giorni dell’altro attore Freddie Highmore, che fa la parte di Charlie.
Dunlop è apparso anche in due episodi dello show della TV inglese Rocket Man, basato su un ingegnere ferroviario del diciannovesimo secolo, nella parte di Caleb McNulty.
Tifoso di calcio è, come il padre, un grande supporter della nostra Fiorentina, oltre che di Tottenham Hotspur e Real Betis.
Figlio della leggenda del folk Ashley Hutchings e della cantante Judy Dunlop, è stato incoraggiato a prendere la via del palcoscenico fin dalla tenera età. Ora è un apprezzato chitarrista, cantante e attore: nell’autunno del 2010 è stato in tour nella nuova produzione di “Lark Rise” e ha partecipato a importanti festival come Big Session, Towersey e Cropredy Fringe.
Dopo un breve tour italiano, nell’estate del 2011, esce per la Rooksmere Records il nuovo EP: Bags Outside the Door è il titolo e sin dalla copertina dimostra l’amore di Blair per il nostro paese, come il padre Ashley Hutchings, con uno scatto dell’abile fotografo bergamasco Mario Rota. E anche i video che potete vedere nel web ufficiale del cantautore inglese sono stati girati a Casnigo (Bg), al Santuario della Ss. Trinità. Nel mini-album cinque songs, di cui tre originali e due traditional riarrangiati, con Blair alla chitarra acustica e voce. Questa la scaletta: Young Billy in the Low Ground, Fallout, Si Behag Si Mhor/Granchi, Bags Outside the Door, Flandyke Shore.
Anticipato da un videoclip delle registrazioni presentato sul rinnovato website, esce nell'autunno 2012 il primo album Blight and Blossom, con un brano inedito di Richard Thompson, considerato tra i migliori album folk dell’anno.
Nel 2013 viene assegnato a Dunlop l’Horizon Award ai BBC Radio 2 Folk Awards.
House of Jacks, uscito nel maggio del 2014, è molto più di una promessa: una raccolta di canzoni meravigliosamente cesellate influenzate, ma non confinate, dalle sue radici folk. Dove Blight & Blossom era deliberatamente leggero nella sua produzione, in House of Jacks lo stile chitarristico peculiare di Blair si arricchisce di una più ampia tavolozza strumentale per creare un suono più contemporaneo e un disco veramente speciale.
Nell’aprile del 2015 esce il singolo Fifty Shades of Blue, singolo tratto da questo stesso album, con la foto di copertina ancora una volta del fotografo bergamasco Mario Rota.
Il 6 maggio del 2016 esce il terzo album di BLAIR DUNLOP ‘Gilded’, supportato da un tour britannico e dalla partecipazione a numerosi festival europei.
‘Gilded’ è una raccolta di storie e riflessioni, registrato in “presa diretta” (live in studio) ai Blue Print di Manchester. In questo disco Blair conferma l’appartenenza folk nei testi, mentre continua a esplorare nuovi territori per quanto riguarda la dimensione musicale.
Il brano d’apertura ‘Castello’ rende da subito l’idea del tono narrativo, con parole ispirate dai sogni, dal lignaggio e dalle esperienze di una donna incontrata da Blair in un castello italiano del quattordicesimo secolo. ‘Eternal Optimist’ nasce invece dalla sua delusione per le macchinazioni del mondo digitale in cui viviamo oggi, in cui “Le nostre esperienze reali sembrano sempre più sottomesse alle apparenze digitali che ci ossessionano col loro mantenimento e continuo perfezionamento” spiega Blair. Anche ‘First World Problem’, scritta coi vecchi compagni della sua Albion Band, riflette sulla società e sulla mancanza di pensiero compassionevole del mondo occidentale, che contempla “soldi sporchi, a spese del welfare dei lavoratori, della qualità del prodotto, della cultura e della sostenibilità del pianeta”.
Altre tracce sono invece più personali: ‘She Won’t Cry For Me’ è una canzone che riflette sulle complicazioni di una relazione e come le dinamiche attitudinali cambino nel tempo. Blair ha avuto anche la fortuna di scrivere brani in condivisione: con Dave Burn della band AHAB e Gita Harcourt-Smith, insieme a cui ha composto il pezzo di chiusura ‘Phoenix’ che esplora i paralleli tra il mito dell’araba fenice e qualcosa di vicino al cuore di Blair.
La carriera di Blair è in continua crescita: ha vinto premi, ha girato l’Europa in numerosi tour, ha collaborato con numerosi scrittori e musicisti, si è trasferito a Londra dove ha dato vita alla propria etichetta discografica Gilded Wings Records. Il Guardian ne parla come di “un songwriter in avventurosa crescita”, parole che oggi paiono ancora più vere. Blair ha la sicurezza e l’esperienza per fare la musica che ha sempre voluto fare.
Il 18 maggio 2018 esce il quarto album del cantautore britannico Blair Dunlop che, nonostante il flusso folk che scorre nelle sue vene, si sta rivelando sempre più un musicista, cantante e compositore a tutto tondo, ben aldilà delle pur nobili radici.
E, per quanto un uomo non sia un’isola, come ebbe a dire John Donne già nel Cinquecento, Blair, che lo cita in Weds To Arms, si prende la libertà di sfidare questa visione, e le ferite che affiorano dall’isolamento.
Il disco vede la collaborazione con Ed Harcourt (nominato ai Mercury Award nel 2001, produttore di Sophie Ellis Bextor e Marianne Faithfull), Dave Burn (ahab), Gita Langley (Dirty Pretty Strings, Lock) e Brooke Sharkey. Ma c’è anche la sua “squadra” abituale con Fred Claridge e Jacob Stoney, il cui organo e il Wurlitzer iniettano calore e profondità nelle canzoni. La coppia composta da Tom Moore e Archie Churchill Moss aggiunge tonalità a base di melodeon e viola.
In "Notes from an Island" si possono trovare momenti di ottimismo e altri più vicini alla disillusione, aspetti che sicuramente emergeranno sempre più chiaramente nel ripeterne l’ascolto, che certo vi darà modo di dare un occhio dentro voi stessi, come fa Blair in questo incontro che dimostra la sua continua crescita, l’evoluzione in un musicista completo che fa della ricerca dell’anima una forma d’arte.
Discografia:
- An EP, 2011 (EP)
- Bags Outside the Door, 2011 (EP)
- Blight and Blossom, 2012
- Killing Time, 2013 (EP con Larkin Poe)
- House of Jacks, 2014
- Fifty Shades of Blue, 2015 (singolo)
- Gilded, 2016
- Notes from an Island, 2018