IRLANDA // CELTICA - IRLANDA
La più conosciuta e significativa band irlandese, proveniente da Sligo, la prima che ha saputo sintetizzare gli umori tradizionali e riproporli con un sound fresco e accattivante. Primeggiano nelle classifiche specializzate di tutto il mondo e sono stati elevati ad alfieri della cultura tradizionale irlandese. Perennemente in tour, hanno realizzato alcuni album che sono pietre miliari del folk irlandese.
Dalla grande muraglia cinese agli affollati auditorium della Terra Santa, la prima band irlandese a esibirsi al più grande festival musicale del mondo, “Rock in Rio” di fronte a un pubblico di 240mila persone, i Dervish ne hanno fatta di strada in più di venticinque anni di carriera!
Vengono infatti costituiti nel 1989 da un nucleo di cinque musicisti, Liam Kelly, Shane Mitchell, Martin Mc Ginley, Brian Mc Donagh e Michael Holmes, che si uniscono per registrare un album di musica locale poi pubblicato sotto il nome di The Boys of Sligo. Ispirati dal progetto, decidono di dare un seguito a questo incontro informale (che continuava comunque nelle session settimanali nei pub della zona) in una band professionale di nome Dervish, scelto perché indicativo di un insieme di entità spirituali rapite dalla musica.
Nel corso dei due anni successivi, i Dervish affinano le proprie qualità collettive e, nel 1991, la cantante di Roscommon Cathy Jordan e il campione irlandese di violino Shane Mc Aleer si uniscono alla compagnia dando il giusto equilibrio per lavorare al primo disco dei Dervish, Harmony Hill, che uscirà nel 1992. Non ci vorrà molto perché l’impatto dell’album si evidenzi, ottenendo il consenso della critica che ne parlerà come di “pietra miliare della musica tradizionale irlandese”. Le qualità artistiche e musicali, la stessa maturità che non sempre caratterizza un’opera prima pongono i Dervish nelle prime file dei gruppi che lavorano sull’Irish trad music. Le apparizioni in TV e alla radio aiutano il disco ad aprire ogni genere di porte, e i Dervish diventano ben presto uno degli spettacoli più seguiti del circuito della musica live mondiale, circostanza che non è mai venuta meno nel prosieguo della carriera. Sono continuamente in tour per tutto il 1993, con esibizioni ai più importanti festival folk. L’enorme carico di lavoro e gli innumerevoli concerti rendono difficile il lavoro di studio, ma nel 1994 vede finalmente la luce l’atteso secondo capitolo, Playing with Fire e, ancora una volta, cominciano i viaggi in tutto il mondo per soddisfare le attese create dai due album. Recensori e critici parlano in maniera molto positiva di Playing with Fire, confermando lo status dei Dervish quale eminente gruppo della tradizione irlandese. L’album raggiunge il numero uno nelle classifiche di musica folk irlandese e World/Roots internazionali, dove si stabiliscono al top per vari mesi.
Acquisita una più che valida reputazione, i Dervish possono ora volgere lo sguardo al mercato americano, e firmano un contratto con l’etichetta newyorkese Kells Music. La pubblicazione dei loro due titoli negli States vede subito salire le richieste nei loro confronti. Le performance in festival importanti come il Wolf Trap e il Milwaukee Irish festival li proiettano su scala mondiale. Le partecipazioni a festival quali il City Stages di Birmingham in Alabama vedono i Dervish portare la musica irlandese ben oltre il circuito Irish/americano, con conseguenti nomination e premi in diverse classifiche di musica folk e tradizionale, tra cui l’irlandese IRMAs.
Nel 1996 esce At the End of the Day, che conferma la preminenza della loro posizione nell’ambito della world music, con la conquista del premio di Hot Press nella categoria Miglior Album Folk dell’Anno. Nello stesso anno si esibiscono in una serie di spettacoli a Hong Kong e in Malaysia, che aprono le porte del mercato dell’estremo Oriente. Da allora si può dire che i Dervish abbiano portato le radici della musica tradizionale irlandese in quasi tutti i continenti.
I loro concerti portano sul palco una miriade di toni e colori, dalle arie ad alto tasso energetico, eseguite con fluidità e inventiva, a canzoni deliziosamente misurate, con testi affascinanti che parlano di vita e amore, alle ispirate melodie che fanno alzare il pubblico dalle sedie. Tutti elementi catalizzati dalla maestrale presenza scenica di Cathy Jordan. Le sue storie sulle canzoni e l’interazione col pubblico introducono lo spettatore nella musica in maniera che pochi performer possono permettersi. Esperienze che si riflettono nel quarto album Live in Palma, registrato al teatro Principal di Palma di Majorca nell’aprile del 1997, davanti a un pubblico estasiato. Il doppio CD è salutato dai critici tra i migliori live di musica tradizionale del periodo, e offre a chi lo ascolta l’opportunità di assaporare l’atmosfera fatta di musica, melodie e battute scherzose, condizione che i Dervish riescono a creare magistralmente e senza sforzo: la decisione di registrare un disco dal vivo viene infatti presa solo poche ore prima di andare in scena, e solo qualche piccolo accorgimento di studio sarà necessario per rifinire un concerto praticamente perfetto. Come in un sogno, riesce a catturare l’energia della band on stage e a Live in Palma piovono addosso lodi in quantità da parte dei media internazionali. Lo stesso anno i lettori dell’Irish Music Magazine premiano i Dervish quale Migliore Trad/Folk Band Internazionale dell’Anno.
Il 1998 è un altra annata impegnativa per il gruppo. Comincia con un tour americano tutto esaurito di sei settimane da costa a costa e vede un rimescolamento della formazione, con Shane McAleer che si prende una pausa. Fortunatamente, un formidabile sostituto viene trovato a Sligo, si tratta di Séamus O’Dowd – musicista di grande levatura con un distinto stile violinistico tipico di Sligo e ottime qualità chitarristiche – ulteriore talento che si aggiunge a quelli già presenti nell’ensemble. Poco prima della fine dell’anno, l’inserimento del violinista Tom Morrow, originario della contea di Leitrim, anche lui vincitore di campionati musicali irlandesi, completa la line-up.
Nel 1999 i rinnovati Dervish tornano in studio, forti di un sound più robusto garantito dalla formazione a sette che vede insieme Cathy Jordan (voce, bodhrán, bones), Tom Morrow (violino, viola), Shane Mitchell (fisarmonica), Liam Kelly (flauto, low whistle), Séamus O’Dowd (chitarre, armonica), Michael Holmes (bouzouki) e Brian Mc Donagh (mandola, mandolino). Ancora una volta non perdono un colpo, e il nuovo album Midsummer’s Night viene votato Album dell’Anno per la musica tradizionale irlandese da molte riviste.
Per celebrare i dieci anni passati assieme, la band pubblica Decade nel marzo del 2001, raccolta di alcune delle tracce più belle dei cinque album precedenti. È un periodo di grandi innovazioni tanto in sala prove che sul palco, che portano alla pubblicazione di Spirit, senza dubbio un disco che inaugura una nuova visione sia rispetto agli arrangiamenti che alla produzione, nonché al suono complessivo del gruppo. L’album, pur mantenendo un solido riferimento alle radici, è contemporaneo nella sua natura. Gli strumentali hanno arrangiamenti freschi e le canzoni segnano una nuova brillantezza dal punto di vista della produzione. Nello stesso anno vengono insigniti dell’onorificenza dal Consiglio Comunale di Sligo, che conferisce loro il Freedom of the Borough of Sligo, riconoscimento alla loro fama internazionale e alla promozione del retaggio culturale di quei luoghi.
Agli inizi del 2006 il Taoiseach (Primo Ministro irlandese), Mister Bertie Ahern, invita i Dervish ad accompagnarlo, praticamente con l’intero governo irlandese, nella più grande missione commerciale in Cina. La band si esibisce a un incontro col governo cinese confermandosi gioiello nazionale della verde isola. Nel corso dell’anno esce un nuovo capitolo dell’ormai cospicuo catalogo discografico: Healing Heart presenta il materiale più delicato registrato negli anni, mettendo in mostra la vena più soffice dei Dervish.
All’avvicinarsi del ventennale, quattro membri originari fanno ancora parte della ditta, e i Dervish sono richiesti ovunque più che mai. La loro vitalità li ha portati in ogni angolo del pianeta e li ha visti dividere il palco con artisti come James Brown, Buena Vista Social Club, Oasis, Sting, REM, Beck e molti altri. I Dervish sono tra i nomi più rispettati a livello mondiale nell’ambito della musica world e tradizionale. Il genio musicale e l’approccio innovativo ne esaltano la forza trainante nel portare al mondo la gioia e l’eccitazione della musica irlandese, senza mai dimenticare la vena umoristica che è appunto parte importante di tale panorama.
Nell’ottobre del 2007 viene pubblicato Traveling Show, prodotto dal leggendario John Reynolds per quanto riguarda le canzoni, mentre per la parte strumentale la produzione è nelle mani di Brian Mc Donagh e degli stessi Dervish. Come sempre evocativo, offre nuovi arrangiamenti di rare e poco frequentate canzoni popolari come Lord Levett. Cathy Jordan aggiunge ulteriore fascino alle liriche scrivendo una nuova melodia e chiedendo alla grande Triona Ni Dhomhnaill di suonarla all’arpicordo. La stessa Jordan canta anche un’incantevole versione di The Queen and the Soldier di Suzanne Vega. Le nuove composizioni, Crucán na bPáiste di Brendan Graham e Grainne della song-writer di Nashville Sharon Vaughan e Cathy Jordan, sono tenere e toccanti; mentre My Bride and I è un misterioso racconto incalzante scritto dal canadese Dan Frechette, con i preziosi arrangiamenti delle corde a cura di Steve Wickam.
I Dervish rappresentano l’Irlanda all’Eurovision Song Contest del 2007, esibendosi con la canzone They Can't Stop The Spring.
Nel 2010 esce il CD From Stage to Stage, con bonus DVD, che festeggia i 21 (sic) anni di attività presentando performance della band sui palchi di Sebastopol in California, Sligo e Dublino in Irlanda. Tra gli ospiti Vasen dalla Svezia, Mike Marshall, Ron Sexsmith, Martin Hayes e Dennis Cahill, Rick Epping, Seamie O Dowd , Duke Special... e tanti altri! Le riprese del DVD sono state effettuate allo studio RTE TH di Dublino, con ospiti speciali quali Sonny Condell, Rick Epping e Seamie O'Dowd, e il quartetto d’archi con Maria Mason, Larissa O'Grady, Marie Louise Bowe, Michelle Mason.
A sei anni dall’ultimo lavoro di studio, nel 2013 viene pubblicato The Thrush in the Storm. In questo periodo i Dervish hanno rivisitato le proprie radici, riportando le arie e tunes alla loro essenza primaria insieme ai canti dei minatori altrettanto saldamente ancorate nel cuore della tradizione. Il flauto di Liam Kelly e il violino di Tom Morrow costituiscono la delicata ossatura per gran parte dei brani, con la fisarmonica di Shane Mitchell a costruire fluidi paesaggi intorno ad essi.
Maggie’s Lilt è un pezzo forte, con nuovi reel composti dal violinista John Carty e da Vincent Broderick. La voce cristallina di Cathy Jordan si misura con canzoni che mutano continuamente di colore, con The Lover’s Token che cattura l’essenza del suo fraseggio naturale. La sentimentale Shanagolden è forse l’unica debolezza, ma The Rolling Wave è una lettura ispirata che porta un alito di vita nuova.
Il 2014 è l’anno del venticinquesimo di fondazione, che li vede protagonisti al festival di
Glastonbury e nel Folk Show di Mark Radcliffe su BBC Radio 2, cui fa seguito un tour in Canada e Stati Uniti. Per la prima vota sono in cartellone al festival interceltico di Lorient: “Ironicamente, non eravamo mai stati prima a questo prestigioso evento, e il nostro show all’Espace Marine se lo ricorderanno per un bel po’!”.
Il 2015 si apre con una grande serata alla National Concert Hall Dublin il 14 gennaio, a sostegno di Walk in my Shoes con altri grandi musicisti irlandesi, tra cui Lunasa, Sharon Shannon, Andy Irvine. In novembre sono in tour in Giappone.
Nel febbraio del 2016 sono in tour negli Stati Uniti, questa volta “estremamente onorati di aver avuto con noi per alcune date la leggenda del fiddle irlandese Kevin Burke, già membro della grande Bothy Band, con forti legami con lo stile Sligo della musica tradizionale irlandese.”
Formazione:
BRIAN McDONAGH - mandola
LIAM KELLY - flauto e whistles
TOM MORROW - violino
SHANE MITCHELL - fisarmonica
CATHY JORDAN - voce, bodhran e bones
MICHAEL HOLMES - bouzouki
DISCOGRAFIA
Harmony Hill - 1993
Playing with Fire - 1995
At the End of the Day - 1996
Live in Palma - 1997
MidSummers Night - 1999
Decade - 2001
Spirit - 2003
A Healing Heart (compilation) - 2006
Travelling Show - 2007
From stage to stage - 2010
The Thrush in the Storm - 2013
DVD:
Midsummer's Night Session - 1999
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