// CELTICA - IRLANDA
La più importante band attualmente attiva sulla scena irlandese, un concentrato di pura energia che si scatena nell'interpretazione di brani tradizionali, opportunamente arrangiati in maniera originale e innovativa. I singoli componenti sono tutti eccezionali strumentisti e vantano precedenti illustri alla corte dei Waterboys e di Sharon Shannon.
Nell’ottobre del 1997, il supergruppo irlandese Lúnasa pubblica il primo CD, dal titolo omonimo, che mette insieme brani di studio e pezzi registrati dal vivo nel loro primo anno di vita. Immediatamente vengono riconosciuti tra le migliori novità della scena irlandese. Folk Roots ne parlerà più che bene e Irish Voice lo citerà come disco “da avere a tutti i costi”.
Sin dai primi passi dunque, i Lúnasa sono accolti dall’acclamazione generale, col primo album che è già un best-seller in Irlanda, nelle prime posizioni delle charts folk di Hot Press e nella top di Irish Echo in America.
Dopo un simile inizio, i Lúnasa rafforzano la propria fama di gruppo di prima grandezza nella scena internazionale della musica Irish. L’inventività degli arrangiamenti e il groove dei bassi spostano la tradizione rlandese in territori sorprendentemente nuovi. Al primo tour in America fioccano i tutto-esaurito e le recensioni entusiastiche. E Irish Voice scrive: "Una sala strapiena a New York conferma la reputazione della più grande band di musica irlandese del pianeta".
Come la giovane generazione di Nashville, grazie a musicisti come Bela Fleck o Edgar Meyer, ha saputo andare oltre i confini del bluegrass per aprirsi al jazz e altro ancora, i Lúnasa ridefiniscono il suono Irish andando diritti al cuore dei suoi ritmi. Il caratteristico uso del basso acustico (suonato con rara maestria da Hutchinson), unitamente alla percussività del chitarrismo di Hennessy, sostengono i musicisti nella ricerca del battito essenziale delle arie proposte. Come dice il violinista Sean Smyth “Ci sono un sacco di ottime melodie nella musica irlandese, ma spesso non se ne ascoltano i ritmi che stanno sotto di esse. Per questo abbiamo cercato di renderli più evidenti, lasciando che ogni strumento potesse aggiungere la propria energia. Suoniamo la stessa aria più e più volte, fino a tirarne fuori il groove più intimo, per esplorarlo e lasciare che la musica ne esca col giusto pulsare”. Il risultato è un sound che, per quanto inevitabilmente Irish, si spinge fino a forme più vicine al jazz e altri stili improvvisativi.
I semi dei futuri Lúnasa vengono piantati allorché Sean si incontra con Trevor e Donogh per un breve tour in Scandinavia alla fine del 1996. Il trio funziona così bene che, al ritorno in Irlanda, si allarga con l’ingresso di John McSherry e Michael McGoldrick per registrare alcuni concerti. Un tour in Australia nel gennaio del 1997 segna l’entrata di Kevin e il decollo del gruppo. Dopo un concerto particolarmente memorabile al Matt Molloy's – il rinomato music pub del flautista già nella Bothy Band e ora coi Chieftains – è lo stesso Molloy a dare la propria benedizione alla band, sottolineando come "Mi ricordano in gruppo in cui suonavo io…!".
Il nome viene da un’antica festività celtica in onore della divinità irlandese Lugh, patrono delle arti e il gruppo è in effetti un insieme di grandi talenti della scena. Il bassista Trevor Hutchinson era membro di primo piano dei Waterboys, e formerà successivamente, in coppia col chitarrista Donogh Hennessy, la dinamica sezione ritmica della Sharon Shannon Band. Il violinista Sean Smyth ha suonato con i Coolfin di Donal Lunny; Kevin Crawford, considerato tra i migliori flautisti in Irlanda ha fatto parte dei Moving Cloud, e il piper Cillian Vallely (della stessa, talentuosa, famiglia del fratello Niall Vallely dei Nomos). A ragione vengono chiamati "Irish music dream team" dall’autorevole rivista Folk Roots.
Nel 1999 Lúnasa firmano un contratto per tre album con l’etichetta statunitense Green Linnet e in ottobre esce 'Otherworld', un album di cui si parla come un possente ciclo di strumentali che sanno catturare l’intensità che li ha resi famosi negli spettacoli dal vivo. Cresce la fama in tutto il mondo e il disco sarà tra i più venduti nella venticinquennale storia dell’etichetta discografica.
Suonano all’Hollywood Bowl davanti a tredicimila spettatori nell’estate del 2000. Nel giugno del 2001 esce "The Merry Sisters Of Fate", descritto dal mensile inglese Mojo “il brillante terzo album – tutto strumentale – dei nuovi dei della musica Irish”. Il 2001 li vede in tour in USA, Australia, Israele, Austria, Scandinavia, Francia, Irlanda e UK. Nel’estate del 2001 sono ‘ospiti speciali’ di Mary Chapin Carpenter e collaborano con l’attrice nel suo progetto teatrale 'By The Bog Of Cats'. In novembre sono di nuovo in tournée in Irlanda con Ladysmith Black Mambazo. Il 2002 è ancora un anno di concerti per tutto il pianeta e il 2003 li vede impegnati nelle registrazioni dell’album ‘Redwood’ – l’ultimo per l’etichetta americana Green Linnet. Nel 2004 esce The Kinnitty Sessions, registrato nel dicembre del 2003 al castello di Kinnitty, nella contea di Offaly. Un disco che mette bene in mostra quel che sono i Lúnasa oggi: un eccitante insieme di forze collettive e individuali, tanto radicati nella tradizione da potersi permettere di andare oltre, alla ricerca di nuove strade.
Nel 2005, dopo otto anni di onorato servizio, Donogh Hennessy lascia il gruppo per dedicarsi al suo nuovo progetto, il duo Deora Dé con Pauline Scanlon, già cantante della Sharon Shannon Band. Al suo posto la nuova star della chitarra Irish: Tim Edey.
Il nono compleanno dei Lúnasa viene celebrato dalla pubblicazione del sesto album Sé (pronuncia ‘shay’ – che in irlandese vuol dire sei). Sé viene accolto con giudizi lusinghieri dalla critica, ancora migliori di quelli ricevuti per i dischi precedenti. The Irish Times lo proclama “CD della Settimana” e il giornalista Siobhan Long scrive “Lúnasa si sono imbarcati in un altro viaggio, ricco di curve spigolose e picchi vertiginosi, corroborati da un insaziabile appetito verso nuove rotte sinora sconosciute…. Sé fotografa una band la cui rigorosa attenzione per i dettagli ripaga l’ascoltatore, con tesori nascosti che si rivelano ad ogni nuovo ascolto”.
Quella che potremmo definire la band irlandese con più concerti all’attivo nel 2006 ne compie ben 140! Si comincia con un tutto-esaurito al Celtic Connections di Glasgow per poi passare alle Hawaii, Stati Uniti (tre tour nel corso dell’anno), più vari paesi europei, per concludere l’anno in Giappone, a dicembre. Tra le apparizioni più importanti del 2006 il concerto alla National Concert Hall di Dublino l’8 giugno, registrato da RTE Radio One. Col solito contorno di presenze televisive sulle più importanti reti e una massiccia presenza sulla carta stampata.
Il 2007 è l’anno del decennale. La BBC dà il proprio contributo riprendendo lo spettacolo del Glasgow’s international jamboree, Celtic Connections – facendo dei Lúnasa l’unico gruppo ad essere stato filmato per due volte dalla BBC per lo stesso evento. Il giro per il mondo continua con un lungo viaggio attraverso l’Australia: sette settimane suonando nelle più grosse città, poi l’Alaska e il ritorno in tredici degli Stati Uniti, tra cui la Florida nel Sud. In marzo l’Irish Music Magazine dedica loro la copertina e un grosso articolo che ne celebra il… “Decennio d’eccellenza”.
Sempre nel solco delle ‘celebrazioni’ del decennale, esce nel 2008, per l’americana Compass Records, 'The Story so Far...' un’antologia che raccoglie brani da ognuno dei loro album, rimirati e rimasterizzati per l’occasione.
Della selezione si è occupato Trevor Hutchison, che ha passato gran parte del 2007 a selezionare le tracce che meglio rappresentino non solo l’energia e il tiro per cui i Lúnasa sono conosciuti, ma anche l’unicità delle loro composizioni e lo stile degli arrangiamenti, altrettanto personale. La band ha trovato il tempo per una capatina nei Compass Sound Studio di Nashville per ri-registrare “Aibreann” e “Morning Nightcap” in modo da dare così anche uno sguardo alla nuova formazione con due classici del repertorio. Ci sono anche estese note sulla storia della band e un succoso foto-giornale degli ultimi 11 anni. Potremo dunque ascoltare gli attuali membri del gruppo, ma anche quelli passati come il chitarrista Donogh Hennessy, il flautista Michael McGoldrick e il piper John McSherry.
Al Celtic Connections del 2010, a Glasgow, i Lunasa sono stati protagonisti di un’eccezionale concerto alla Royal Concert Hall, di fronte a 3600 persone, dove hanno condivso il palco con Natalie Merchant, ospite anche nel nuovo album Na Lua, che esce ai primi di maggio e segna l’esordio dell’etichetta ‘di casa’ Lunasa Records. Earle Hitchner dell’Irish Echo ne parla così: “Lá Nua (in irlandese vuol dire “nuovo giorno”), è il primo titolo per Lúnasa Records, la loro nuova impresa, ed è tra i più godibili e meglio realizzati della discografia della band, con le più raffinate registrazioni strumentali che abbia avuto modo di ascoltare quest’anno. Non vi troverete nemmeno un attimo di stanchezza o debolezza. Ci troviamo di fronte, piuttosto, a una serie di brani eccellenti, tra cui spiccano la tenerezza flautistica di Crawford in Tune for Dad, in ricordo della recente scomparsa del padre; East Village Days/Timmy's Place/Doc Holliday's, medley di tunes del piper Vallely; Ciara's Dance/Burning Snowball/Road to Reel e poi Inverness County Reel/The Beauty Spot/The Shore House Reel. Nuova etichetta e nuovo giorno per Lúnasa, la cui abilità nel sorprenderci rende il loro suono ancor più unico. Lá Nua è Lunasa al massimo della forma”.
Registrato il 18 giugno 2012 alla National Concert Hall di Dublino con la RTÉ Concert Orchestra, nel 2013 esce il secondo live del gruppo e si intitola appunto Lunasa with the RTE Concert Orchestra. Raccoglie composizioni eseguite come sempre in maniera impeccabile e ad alto tasso emotivo, tra cui The Minor Bee, a base di cornamusa, e il set di epiche danze An Buachaillín Bán (With Scully’s), per non dimenticare l’evocativa The Last Pint che non a caso arriva in dirittura d’ascolto!
Entusiastiche le reazioni della critica: “un album eccezionale” per l’americano Irish Echo; “una collaborazione straordinaria che mette insieme il meglio dei mondi musicali tradizinale e classico.” worldmusiccentral.org; “un eccellente cd di musica strumentale che combina con abilità gli stili folk e classico.” Seattle PI; “il gran tiro dal vivo dei Lúnasa incontra l’energia maestosa di una delle più celebrate orchestra irlandesi per dar vita a un disco pieno di vitalità.” Irish America; “bellezza panoramica … una meraviglia assoluta.” Jazz Weekly.
Formazione:
KEVIN CRAWFORD - flauto
TREVOR HUTCHINSON - basso
SEAN SMYTH - violino
CILLIAN VALLELY - pipes
PAUL MEEHAN - chitarra
Discografia:
Lúnasa (1998)
Otherworld (1999)
Merry Sisters of Fate (2001)
Redwood (2003)
The Kinnitty Sessions (2004)
Sé (2006)
The story so far… (2008, compilation)
La Nua (2010)
Lunasa with the RTE Concert Orchestra (2013)
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